• Sigismondo

     

     

     

     

     

     

     

     

    Nel 1397 lo zio Carlo Malatesti ha dato scandalo con la rimozione della statua di Virgilio a Mantova gettata nel Mincio, per segnalarsi al potere ecclesiastico e garantirsi quella carriera che lo porta il 4 luglio 1415 al Concilio di Costanza, dove legge la bolla di rinuncia di papa Gregorio XII (scritta a Rimini il 13 marzo), al fianco dell'imperatore Sigismondo.
    Coluccio Salutati accusa Carlo di aver compiuto un gesto oltraggioso verso la poesia. Poggio Bracciolini descrive Carlo come "deditissimo agli studj della letteratura e vago oltremodo di ragionare con dotti uomini ed ingegnosi". Per quegli studi diventa celebre pure il cardinal Galeotto, in stretti rapporti con l'ambiente umanistico di Parigi.
    Al Virgilio gettato nel fiume (perché oggetto di un culto superstizioso, secondo F. Foschi [2001]), si contrappone con Galeotto la ricerca di una nuova prospettiva filosofica, la "comunione degli uomini nel mondo umano" (E. Garin, 1949). Sigismondo accetta questa visione progettando con Alberti nel Tempio riminese la Cappella delle Arti liberali: qui la cultura è letta come itinerario per realizzare la "città giusta".
    Dietro al sogno umanistico, ci sono le fiamme "conciliari" di Costanza, con la messa a morte in nome della Croce, di Giovanni Huss (1415) e Girolamo da Praga (1416). E davanti, quelle che bruciano Savonarola a Roma (1498).
    Le Arti liberali spiegano: la Natura ispira l'Educazione che opera attraverso la Filosofia. Si studiano Letteratura, Storia, Retorica, Metafisica (o Teologia), Fisica, Musica. La Natura si conosce attraverso Geografia, Astronomia, Logica, Matematica, Mitologia e Botanica. La Cultura (raffigurata come Concordia, Città giusta e Scuola) educa ad una vita tra cittadini uguali e quindi liberi, secondo l'"umanesimo civile" di Leonardo Bruni. Lo studio delle "humanae litterae" per Poggio Bracciolini ha un valore formativo umano e civile: i classici sono maestri di virtù civili come sostenuto da Coluccio Salutati.
    La Concordia riguarda pure l'Unione fra le due Chiese (proclamata il 6.7.1439 ma di breve durata). Per quella unione i Malatesti hanno svolto un grande ruolo in nome della Chiesa. Nella tavola della Concordia si raffigura un'unione matrimoniale: la donna potrebbe essere Cleofe (di Malatesta I, detto "dei Sonetti" di Pesaro e di Elisabetta da Varano), scelta dal papa come sposa (1421) di Teodoro, figlio dell'imperatore di Costantinopoli, e poi finita uccisa (1433), lasciando una figlia, Elena (nata tra 1427 e 1428), che sposa il re di Cipro.


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  • Documenti. Una lettera del 2015
    Memoria cancellata del Cardinale "malatestiano"

    Le pochissime notizie su Galeotto Tarlati di Pietramala (1356-1398), Cardinale "malatestiano" (per via della madre, la riminese Rengarda), giunte sino a noi attraverso Luigi Tonini, non raccontano nulla del personaggio ma lasciano intravedere tanto sulla sua rimozione dalla memoria storica.
    Galeotto, nominato a 22 anni nel 1378, passa attraverso momenti drammatici della vita della Chiesa, quando Papa Urbano VI fa uccidere un Vescovo (1385) e cinque Cardinali (1386), preparando quel clima di intolleranza che sfocia nei roghi "conciliari" di Costanza per ammazzare Giovanni Huss (1415) e Girolamo da Praga (1416).
    Galeotto di Pietramala, dotto umanista, fu coraggioso uomo di Chiesa, capace di proporre nel 1395, con una celebre lettera, la via di risoluzione dei contrasti tra Roma ed Avignone, facendo dimettere il Pontefice di quest'ultima città dove lui stesso si era rifugiato. In tutt'Europa egli diventa una figura rispettata per la sua capacità di studiare e dibattere temi culturali e questioni teologiche, come documentano numerosi volumi.
    Consono allo spirito di Galeotto da Pietramala (morto a Vienne nel Delfinato, e poi sepolto alla Verna) , è il Tempio di Sigismondo Pandolfo, suo cugino, dove si realizzano i progetti albertiani di un "umanesimo civile", che si leggono nella Cappella delle Arti liberali, il cui scopo principale è educare alla "polis", creando Concordia tra i cittadini, ai quali tocca di costruire la "Città giusta" con leggi per formare persone moralmente integre. Non è soltanto l'antica lezione platonica, ma pure quella che a Bologna, in quell'Università attorno al 1430, delinea Lapo di Castiglionchio, come Ezio Raimondi scriveva nel 1956.
    Antonio Montanari

    Il cardinal Galeotto, memoria cancellata


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