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San Francesco e il monte della Verna
Storia malatestiana.
San Francesco e il monte della Verna
Lettera pubblicata sul "Corriere Romagna" di oggi.A proposito di San Francesco e San Leo. Al monte della Verna è legata la storia di un personaggio del XIV sec., il cardinal Galeotto Tarlati di Pietramala, il cui padre era Masio (Tommaso), Magistrato municipale di Rimini dal 1346 al 1347 che sposò Rengarda Malatesti, figlia di Galeotto I, il cui fratello Malatesta Antico Guastafamiglia ha un figlio «spurio», Leale, che diventa Vescovo di Pesaro (1370-1374) e poi di Rimini sino al 1400.
Alla Verna la famiglia del nostro cardinale era strettamente legata, non soltanto perché la sua chiesa principale è fondata nel 1348 da Tarlato di Pietramala, conte di Chiusi, e da sua moglie Giovanna Aldobrandeschi di Santa Fiora; ma pure per il fatto che nella storia della famiglia del nostro Galeotto s’incontrano due discepoli di San Francesco, definiti poi entrambi Beati, ovvero Angelo Tarlati (attestato dal 1213 e morto nel 1254), e Benedetto Sinigardi (1190-1282), figlio di Elisabetta Tarlati.
Un antefatto lega i Pietramala a San Francesco. Nel maggio 1213 il conte Orlando Cattani di Chiusi della Verna, marito di Maria da Pietramala, gli dona il monte della Verna. Orlando Cattani ebbe da Maria quattro figli: Orlando, Cungio, Bandino, e Guglielmino. Tra 1216 e 1218 qui avviene la costruzione della cappella di Santa Maria degli Angeli. Fu un'angusta chiesetta dal titolo luminoso, secondo padre Antonio Francesco Benoffi, vissuto due secoli fa. Orlando Cattani (o Gaetani) proprietario della montagna, allora deserta, vi fu sepolto, come ricorda ancor oggi una lapide al centro della parte vecchia della chiesa.
Gli appoggi romani che, per via della parentela malatestiana, portano Galeotto (1356-1398) alla nomina a ventidue anni, poi gli garantiscono il ritorno in patria dopo la morte (avvenuta l’8 febbraio 1398 non ad Avignone come si è quasi sempre creduto, ma a Vienne nel Delfinato), nella quiete della Verna.
Una prima sepoltura avviene nella cappella «costruita sulla prima cella di san Francesco». Quella definitiva è nella «cappella della Maddalena», voluta dai genitori di suo padre, ovvero Roberto (Uberto) da Pietramala e Caterina degl'Ubertini.
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